Rasiglia

Rasiglia è una frazione montana del comune di Foligno che sorge a oltre 600 metri di altitudine, lungo la strada statale 319 sellanese, a circa 18 km dalla Città della Quintana.

Il paese, che conserva le caratteristiche tipiche del borgo medievale raccogliendosi in una struttura ad anfiteatro, è celebre soprattutto per le sue sorgenti: passeggiando per i suggestivi vicoli del centro è impossibile non rimanere incantati dai corsi d’acqua che attraversano l’abitato, rendendolo unico e affascinante.

La sorgente che alimenta e percorre Rasiglia è quella di Capovena: si trova nella parte alta del paese, ai piedi del palazzo che i Trinci (signori di Foligno tra il 1305 e il 1439) occupavano all’epoca del loro governo sul territorio folignate, e che percorre il paese formando rivoli e cascatelle che si riuniscono in una grande vasca denominata “Peschiera”, per poi riversarsi nel fiume Menotre.

Le altre sorgenti sono:

  • Alzabove, che nasce sotto al monte Carosale che serve ad alimentare l’acquedotto della Valle Umbra sud.
  • Venarella, di fronte al campo sportivo di Rasiglia, serve ad alimentare l’acquedotto per Verchiano
  • Le Vene, in località Chieve.
  • La Vena Pidocchiosa, in località Pallailla.
  • Le Vene di Campolungo, nel fosso di Volperino.

Le origini di Rasiglia possono essere fatte risalire già al XII secolo, come attestano alcuni antichi documenti.

La sua posizione di frontiera verso il territorio sellanese e verso la diocesi di Spoleto, ha fatto sì che i Trinci vi costruissero una delle strutture difensive per rendere sicuri e controllabili i propri confini: ecco quindi il Castrum et Roccha Rasilia.

La Rocca di Rasiglia in origine occupava tutta la sommità del colle, con un andamento pressoché rettangolare, mentre attualmente restano visibili tratti delle mura di cinta e il rudere di una torre.
Un molino, una gualchiera, alcune case nel borgo erano di proprietà dei Trinci che, sfruttando la preziosa presenza dell’acqua, avevano dato inizio a quelle attività che per secoli hanno poi garantito la sopravvivenza di tutta la comunità (mulini e opifici) grazie alla forza idrica proveniente dal fiume Menotre.

Ancora oggi, la vita di questo splendido borgo continua ad essere scandita dall’acqua: l’elemento che passa per la tessitura, la lavorazione della lana e la tintura che viene riproposta attraverso una tradizione antichissima, risalente al 1200.

Nei dintorni è possibile visitare l’Antico Santuario di Santa Maria delle Grazie e il Parco dell’Altolina, dal paesaggio ricco di biodiversità: le Cascate del Menotre e le Grotte dell’Abbadessa, di origine carsica, con suggestive formazioni di stalattiti e stalagmiti.

Ogni anno, inoltre, si svolgono due importanti manifestazioni: il presepe vivente nel periodo natalizio e “Penelope a Rasiglia”, nel mese di giugno, dedicata agli antichi mestieri della tessitura.

Non perdetevi questo luogo lontano dal tempo, dal fascino magnetico e irresistibile, in cui il fragoroso mormorio delle acque accompagna ogni vicolo.

Fonte: Regione Umbria

Gubbio

STORIAAntica città le cui origini risalgono al culmine della civiltà umbra, come testimoniano le Tavole Eugubine, sette tavole bronzee scritte in lingua umbra conservate presso il locale Museo civico Palazzo dei Consoli. I Romani la designarono con il nome di Iguvium e poi Eugubium. Distrutta dai Goti (552), ai quali subentrarono prima i Bizantini (592) e poi i Longobardi (772), risorse nell’XI secolo, quando si costituì come libero Comune.
Nel XII secolo Gubbio, con la guida spirituale del vescovo Ubaldo vinse una guerra contro Perugia e altre città vicine. Grazie alla sua florida attività manifatturiera, specializzata in maioliche, raggiunse il massimo splendore nel XIV secolo, periodo in cui si arricchì di monumenti e assunse il caratteristico impianto medievale che ancora oggi la caratterizza. Dal 1384 divenne parte del Ducato di Urbino e con questo passò alla Chiesa nel 1631.
ARTE, CULTURA, AMBIENTE

Gubbio è tra le più antiche città dell’Umbria, meravigliosamente conservata nei secoli e ricca di monumenti che testimoniano il suo glorioso passato. Architettonicamente rappresenta il capolavoro della civiltà medievale e della società due-trecentesca, articolata nelle corporazioni di arti e mestieri. Testimonianza delle sue antiche origini sono le Tavole Eugubine e il teatro romano situato appena fuori le mura. Domina dall’alto la monumentale basilica di Sant’Ubaldo, custode delle spoglie del santo patrono.

Gubbio ospita capolavori architettonici che simboleggiano e richiamano la potenza di questa città-stato medievale.

Risale all’inizio del XIV secolo, la costruzione del complesso urbanistico di palazzo dei Consoli, simbolo della città e sede museale, della piazza pensile (piazza Grande) e del palazzo Pretorio, oggi sede del Municipio. Da segnalare, inoltre, palazzo Benipalazzo del Bargello con la famosa fontana detta “dei Matti”, e palazzo del Capitano del Popolo. Di linee rinascimentali il palazzo Ducale, quasi certamente progettato da Francesco di Giorgio Martini, che documenta il fulgido periodo vissuto sotto la signoria dei Montefeltro.

Di grande interesse anche la Cattedrale (XII secolo), dedicata ai Santi Mariano e Giacomo, Santa Maria Nuova, al cui interno si trova la Madonna del Belvedere di Ottaviano Nelli, la chiesa di Sant’Agostino (XIII secolo) appena fuori le mura, San Pietro e la chiesa di Sant’Andrea o Monastero di San Marziale. La chiesa di San Domenico fu costruita dai Domenicani insediatisi nel vicino convento all’inizio del XIV secolo, sulla più piccola chiesa di San Martino, già esistente nel 1180.

Nella parte bassa dell’abitato si sviluppa piazza Quaranta Martiri, nel Medioevo area di mercato, che ospita nel lato meridionale la chiesa di San Francesco, eretta presso il fondaco degli Spadalonga, famiglia che accolse e vestì San Francesco dopo l’abbandono della casa paterna. Di fronte, è possibile ammirare la Loggia dei Tiratori e, sempre nei pressi, la chiesa di San Giovanni, probabilmente uno degli edifici religiosi più antichi della città. Fuori dalle mura, da vedere il Mausoleo romano, la chiesa di San Secondo, la chiesa della Madonna del Prato e la chiesa della Vittorina.

Di grande interesse naturalistico, oltre all’area del Parco del Monte Cucco, la suggestiva Gola del Bottaccione. 

Fonte: Regione Umbria

Cascata delle Marmore

La Cascata delle Marmore è una delle cascate più famose d’Italia e tra le più alte in Europa. Si trova nella Valnerina, a poca distanza da Terni, inserita all’interno del Parco Regionale Fluviale del Nera. È formata dal fiume Velino, che si getta nel fiume Nera scendendo dal Lago di Piediluco
Se avete in programma una visita in zona, è una tappa obbligatoria. 

Marmore, una cascata di emozioni 
Per ammirare i salti della Cascata è possibile entrare da due diversi punti: il Belvedere Inferiore e il Belvedere Superiore. Il Belvedere Superiore, che si trova alla fine dell’omonimo paese di Marmore sulla strada che porta a Piediluco, offre una vista spettacolare del primo salto, mentre dal Belvedere Inferiore sulla strada che conduce in Valnerina è possibile avere una panoramica totale della Cascata e ammirarla in tutta la sua maestosità. Un sentiero panoramico collega i due punti di accesso. 
All’interno del Parco è inoltre possibile percorrere sei affascinanti sentieri ben tracciati e segnalati, che vi permetteranno di ammirare i salti d’acqua da più prospettive e godere appieno di panorami di suggestiva bellezza. 
Non solo natura, ma anche arte perché a ridosso della cascata ci sono resti di archeologia industriale e opere idrauliche conservati nel Parco archeologico industriale di Campacci di Marmore.
Durante il periodo estivo non perdete una visita in notturna della Cascata che, grazie a un particolare impianto di illuminazione a led di ultima generazione, crea un effetto particolare grazie a fasci di luce che valorizzano il movimento della discesa delle acque.
Se siete appassionati di attività outdoor, la Cascata delle Marmore è il contesto ideale per la pratica di sport anche estremi: dal rafting al soft rafting, dal torrentismo all’hydrospeed, dal kayak al rilassante River walking, discesa guidata adatta a chiunque, anche a chi non sa nuotare.
Se invece siete affascinati dal mondo sotterraneo, il Parco della Cascata delle Marmore offre la possibilità di visitare alcune grotte e forme carsiche scavate nei millenni dalle acque. Le cavità principali, sia per interesse speleologico, sia per bellezza e la suggestività degli ambienti, sono racchiuse in tre distinti complessi: il primo, costituito dalla Grotta della Morta e dalla Grotta delle Diaclasi; il secondo, costituito dalla Grotta delle Colonne; il terzo, con uno sviluppo di oltre 190 m., costituito dalla Grotta della Condotta, che prende il nome dall’antica condotta che in passato alimentava il sistema di centrali idroelettriche. Alcune grotte è possibile visitarle anche con i bambini. 
Il sabato e la domenica, su prenotazione, è possibile vivere a 360 gradi il parco attraverso l’esperienza del Cinema 6D

Cascata delle Marmore, che storia!
Sapevate che la costruzione della Cascata delle Marmore risale al 271 a.C. ad opera dei Romani, per bonificare un’area paludosa nelle vicinanze del Fiume Nera? Si tratta di una formidabile opera di ingegneria realizzata per favorire il deflusso delle acque del  Velino che straripavano sui terreni circostanti creando zone di acque stagnanti, paludose e nocive per la salute. In epoche successive e fino al Rinascimento, vennero compiuti ulteriori lavori di perfezionamento fino all’assetto attuale. 
La rupe e il suo spettacolare getto d’acqua hanno ispirato decine di artisti e scrittori di ogni epoca storica. Si pensi solo a VirgilioCicerone Lord Byron.
Da circa 50 anni le acque della cascata sono utilizzate per alimentare la centrale idroelettrica di Galleto.

INFORMAZIONI  

Per programmare una visita alla Cascata delle Marmore, bisogna fare attenzione agli orari di apertura dell’acqua. Negli orari di non rilascio dell’acqua la cascata è aperta, ma con un getto ridotto.

Fonte: Regione Umbria

Perugia

STORIA

Città etrusca, fu un florido Municipio romano con il nome di “Augusta Perusia”. Dopo la caduta dell’Impero subì le vicende delle invasioni barbariche e fu distrutta dai Goti di Totila (547 d.C.). Conquistata dai Bizantini, divenne uno dei capisaldi del loro dominio contro l’espansione del Ducato Longobardo di Spoleto.

Perugia restò bizantina fino all’VIII secolo quando passò sotto il potere ecclesiastico e, quando nell’anno Mille si costituì in libero Comune, restò alleata del Papato. Nel XIV secolo l’amicizia con la Chiesa di Roma si deteriorò irrimediabilmente quando Perugia distrusse Foligno, alleata del Papa: da quel periodo la storia di Perugia è tutto un susseguirsi di lotte intestine, congiure, tradimenti e guerre fino a quando, con Papa Paolo III (1531), il controllo della Chiesa divenne definitivo.

Da quel momento Perugia venne di fatto privata di ogni libertà e autonomia e tutti i tentativi di ribellarsi al potere pontificio vennero puniti con nuove stragi e distruzioni, finché nel1860 fu unita al Regno d’Italia.

ARTE E CULTURA

Perugia dispone di un immenso patrimonio artistico e culturale. In ogni angolo e piazza della città si possono ammirare monumenti che testimoniano secoli di storia, arte e cultura. A cominciare dall’Arco Etrusco o Arco di Augusto, porta monumentale dell’antica cinta muraria etrusca poi restaurato in epoca romana, il Pozzo Etrusco e Porta Marzia, seconda porta monumentale etrusca, inglobata nella fronte del bastione della Rocca Paolina, fortezza fatta erigere da Papa Paolo III nel 1540.

Su Piazza IV Novembre, una delle più belle d’Italia, si affacciano il palazzo dei Priori, elegante edificio gotico che ospita la Galleria Nazionale dell’Umbria in cui sono custoditi capolavori assoluti dell’arte italiana dal Medioevo al XVIII secolo di Piero della FrancescaBenozzo GozzoliBeato AngelicoPinturicchioil Perugino. Notevoli anche la sala dei Notari, il Collegio del Cambio, antica sede dei cambiavalute (corporazione di arti e mestieri di Perugia), dove è possibile ammirare il prestigioso ciclo pittorico del Perugino e la cappella di San Giovanni Battista con affreschi del XVI secolo, il Collegio della Mercanzia, la cattedrale di San Lorenzo con annesso il Museo del Capitolo e la stupenda Fontana Maggiore duecentesca di Fra Bevignate da Perugia con bassorilievi di Nicola e Giovanni Pisano.

Interessanti il palazzo del Capitano del Popolo e il palazzo della Vecchia Università, oggi sede del palazzo di Giustizia, palazzo Donini e palazzo Cesaroni, rispettivamente sedi della Giunta Regionale e del Consiglio Regionale dell’Umbria, il palazzo della Provincia (1870) in stile lombardo e palazzo della Penna, sede espositiva di collezioni permanenti e mostre temporanee. Notevoli il teatro comunale Morlacchi (1788) e palazzo Gallenga- Stuart (1754), sede dell’Università per Stranieri.

Molti gli edifici religiosi degni di nota: l’abbazia di San Pietro, con uno splendido chiostro, la chiesa di San Domenico, cui è annesso il Museo Archeologico Nazionale dell’Umbria, ricco di reperti umbri, etruschi e romani, il tempio di san Michele Arcangelo a pianta circolare, il complesso di San Francesco al Prato con l’ex chiesa e l’oratorio di San Bernardino e la chiesa di San Filippo Neri, la chiesa di San Severo con l’affresco “Trinità e Santi”, in parte di Raffaello e del Perugino, la chiesa di Santa Maria Nuova con coro ligneo ed organo del 1584, la chiesa di Sant’Ercolano e la chiesa di San Bevignate (XIII secolo).

Ancora in città meritano una visita l’orto Botanico e l’orto Medievale, situati presso l’abbazia di San Pietro, mentre nei dintorni si segnalano l’Ipogeo dei Volumni (II sec. a.C.) a Ponte San Giovanni e la tomba e gli affreschi del Perugino a Fontignano.

Fonte: Regione Umbria